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Ricordanze di sapori bardigiani
La Fortezza di Bardi si trova arroccata da più di mille anni sopra uno sperone di diaspro rosso, alla confluenza dei torrenti Ceno e Noveglia, massimo esempio di architettura militare in Emilia. Appartenne dalla metà del Duecento, e per oltre quattro secoli, ai Landi, principi rinascimentali che pure battevano moneta su licenza imperiale. Verso la fine del Cinquecento venne parzialmente trasformata in elitaria dimora patrizia: tutti da ammirare sono i camminamenti di ronda, le torri, la piazza d'armi, il cortile d'onore porticato, il pozzo, la ghiacciaia, i granai, le prigioni, le sale di tortura e il Museo della "Civiltà Valligiana"ospitato negli ex quartieri dei soldati. Sono questi il contesto e la cornice del Gran Banchetto Medioevale, la ricordanza in programma sabato 14 luglio, alle ore 20,30. Lo Chef Giacomo Belli dell'Agriturismo Cà del fuoco ha allestito un menù eccezionale: aperitivo, Malvasia e Sauvignon I.G.T. di Sala Baganza con scagliette di Parmigiano Reggiano; antipasti con salumi di maialino nero di Parma (lombo essicato, coppa, pancetta, lardo), crostone ai funghi porcini bardigiani, crostone al lardo pesto e marmellate varie in agrodolce; primo piatto, risone con pancetta e noci in crosta di Parmigiano Reggiano; secondo piatto, porchetta di maiale nero cotto in forno a legna con tiepido di verdure grigliate e insalatina di campo; dessert, torta sfogliata di mele, nocciole, uva passa in crema di anice; vini "Palazzo Sala Baganza": Brioso, Barbera, Bonarda, Lambrusco. L'invito del menestrello è perentorio, quanto gentile: Santo cavalier, che dell'orrido Drago ne liberasti in nome della fede, fa' che color che del tuo nome, Giorgio, usbergo fero, allevino gli affanni dei mortali, con il banchetto che di gioia è figlio. Possa il torneo ridiventar tenzon leale tra fieri eroi, che a spada e lancia non furor di morte affidano, ma gagliarde ferite del pargoletto Amore. Possa trovare l'ospite gentile nel mercato gli oggetti di un passato che a danze e a giullareschi versi attingeranno linfa.
Mim. L’arte “si muove” a San Pietro in Cerro (PC)
La sigla "mim" è l’acronimo di "museum in motion", ovvero “museo in continuo divenire”. E la ragione c’è: si tratta di una collezione di opere d’arte firmate da insigni maestri della pittura contemporanea, raccolte, per la prima volta nella storia della provincia di Piacenza nelle sale del Castello di San Pietro in Cerro ed esposte a rotazione. Un centinaio per volta. L’occasione di vedere un incredibile numero di lavori, tra i più rappresentativi frutti del genio pittorico italiano e straniero, è offerta da Franco Spaggiari, proprietario dei dipinti oltre che del maniero di famiglia che li ospita, uno dei “gioielli” dell’Associazione Castelli del Ducato di Parma e Piacenza, nella bassa valle dell’Arda, a nord-est di Fiorenzuola. Il Castello di San Pietro in Cerro è stato costruito nel 1460, su impianto più antico, dal famoso giureconsulto Barattieri, ambasciatore presso papa Giulio II Della Rovere. La fortezza, il cui aspetto austero è notevolmente ingentilito da una serie di finestrature disposte su tre livelli, sorge a circa 20 km da Piacenza ed è visitabile da marzo ad ottobre (orario di visita: nei giorni festivi mattino visita unica alle ore 11, pomeriggio dalle 15/18 - nei mesi invernali aperto su prenotazione – min. 20 persone - tel. 0523.983711 338.2531126). Si deve alla grande passione, alla pazienza e alla lungimiranza di Franco Spaggiari se all’ammirazione del pubblico, dal 2001, anno dell’inaugurazione del mim, sono esposti 100/150 esempi delle più attuali correnti pittoriche. Una collezione che raccoglie numerose opere di artisti piacentini, che riserva un’intera sala al maestro Gianni Brusamolino, che ospita artisti stranieri e presenta, nel grande granaio, un florilegio di autori italiani. Se Franco Spaggiari ha prestato al mim la materia prima, l’ingegnere Daniele Renzi e l’architetto Carlo Malnati hanno curato il percorso museale, a dir poco originale, per i loro interventi minimali quanto efficaci. Il catalogo dal titolo “mim, Museum In Motion” (196 pagine, 343 illustrazioni di cui 281 a colori e un accurato apparato biografico a cura di Roberta Castellani), edito dalla Edizioni Gabriele Mazzotta in collaborazione con la Fondazione d’Ars-Oscar Signorini e con il contributo di COPROMET Spa di Fiorenzuola d’Arda, è impreziosito da una presentazione del celebre critico Pierre Restany.
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Bardi
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Pier Luigi Poldi Allaj © 2006-2007 |