ULTIME NOVITA' EDITORIALI
INTORNO ALL'ASINO D'ORO DI APULEIO
E' uscito nella primavera del 2001 per i tipi di Angelo Longo Editore in Ravenna ed è disponibile in libreria il libro di Mariantonietta Acocella
L'Asino d'oro nel
Rinascimento
Dai volgarizzamenti alle raffigurazioni pittoriche
L'uscita dell'opera è stata particolarmente apprezzata in San Secondo (Parma), dove, nella Rocca dei Rossi, è presente il significativo ed unico ciclo di affreschi sul modello apuleiano (di recente attribuiti a Vincenzo Tamagni di San Gimignano).
Il volume è segnalato fra le novità dell'editore Longo sul sito internet http://www.longo-editore.it e così presentato:.
L001121 Mariantonietta Acocella L’Asino d’oro nel Rinascimento. Dai volgarizzamenti alle raffigurazioni pittoriche «Memoria del tempo», n. 21, pp. 236, ill. bn ISBN 88-8063-286-8 L. 60.000 € 30,99 |
Una storia antica affascina nel Rinascimento
scrittori, lettori e artisti: quella di un uomo che, trasformato in asino per la
sua insana curiositas di sperimentare le arti magiche, dopo varie
peripezie ritorna alla forma umana. Questa la trama essenziale di due opere del
II secolo d. C., diverse per spirito, ampiezza e complessità, il Lucio o
l’asino dello Pseudo-Luciano (più lineare e "boccaccesco") e le
Metamorfosi di Apuleio (dagli intenti edificanti, con il suo percorso di
caduta e redenzione, costellato tuttavia di episodi magici, erotici e comici, e
ripetuto a livello alto dalla protagonista della favola di Amore e Psiche,
collocata in posizione centrale nel romanzo). Nell’ultimo quarto del XV secolo
le due opere vengono volgarizzate alla corte ferrarese di Ercole I d’Este
(quella apuleiana dal Boiardo, quella pseudo-lucianea con tutta probabilità da
Niccolò Leoniceno), e si diffondono poi tramite edizioni a stampa corredate di
xilografie, il cui accostamento ai testi in volgare, più facilmente accessibili
ai pittori rispetto agli originali in greco e in latino, ne favorisce le riprese
figurative.
La prima parte di questo libro, di taglio più strettamente filologico, riguarda
la circolazione delle opere di Luciano e il volgarizzamento del Lucio o
l’asino, studiato qui relativamente alle modalità di traduzione, alle sue
intersezioni con quello di Apuleio e alle modifiche subite nel passaggio dal
manoscritto alla stampa. La seconda parte esamina soprattutto le riprese
figurative della storia di Amore e Psiche, che a Firenze e a Ferrara gode
di una fortuna autonoma già prima del ciclo raffaellesco della villa romana di
Agostino Chigi, modello imprescindibile per numerosi artisti successivi. Giulio
Romano rinnova il trattamento della fabula nella Sala di Psiche di
Palazzo Te a Mantova, mentre l’unicum del ciclo delle Storie
dell’Asino nella Rocca dei Rossi a San Secondo Parmense è collegato da un
lato al modello mantovano, dall’altro, e molto strettamente, alle xilografie
dei volgarizzamenti. Il cerchio si chiude così nelle corti padane in cui si era
aperto.