La sala di Mercurio nella Rocca dei Rossi di San Secondo
in relazione a
"Le nozze di Filologia e Mercurio"  di Marziano Capella

di Cesare Pezzarossa

Leggendo  Le nozze di Filologia e Mercurio di Marziano Capella si scoprono come illustrazioni naturali gli affreschi della sala di Mercurio nella Rocca dei Rossi di San Secondo. Marziano Capella, originario di Cartagine, visse tra il IV e V secolo d. C. ed  esercitò a lungo la professione di avvocato nell’Africa romana. La sua opera, quasi dimenticata, De nuptiis Philologiae et Mercurii è stata di recente riscoperta e tradotta in italiano dalla studiosa Ilaria Ramelli.
Il libro narra lo sposalizio di Mercurio, che, deciso a prendere moglie,  contattate Mantica e Psiche, è costretto a soprassedere. Consigliato da Apollo, decide infine di sposare la figlia di Fronesi (la saggezza), la dotta Filologia. La ragazza viene invitata alla presenza degli Dei: Mercurio offre doni alla sua sposa mente sette ancelle, presentatesi al servizio di Filologia illustrano le loro doti. Le ancelle sono le arti liberali, le tre del trivio (Grammatica, Retorica, Dialettica) e le quattro del  quadrivio (Geometria, Aritmetica, Astronomia, Armonia [musica]).

Di seguito si accostano alcune passi delle descrizioni marzianee alle immagini sansecondine.

 

GRAMMATICA

Apollo dunque fece avvicinare Grammatica, dal luogo precedente,una delle ancelle di Mercurio, anziana invero di età, ma piacevolissima per affabilità, la quale affermava di essere nata a Menfi  quando ancora regnava Osiride.... ella portava un recipiente tornito, costituito da parti compatte ben connesse tra loro, che riluceva all’esterno di lieve avorio.... traendoli dallo medesimo contenitore, infatti, ella mostrava  dapprima  uno stilo, dalla punta acuminata e scintillante, con cui diceva che si possono  recidere ai fanciulli i difetti della lingua... Estrasse anche una rossa e aspra medicina che doveva pulire le fauci affette da rozzezza e, infine, una lima per correggere i difetti della lingua. Espose la forma e la dizione di ogni lettera, le sillabe, gli accenti, le lunghezze, le parti del discorso, le declinazioni, la coniugazione dei verbi e le parole anomale. Dopo tanta esposizione Minerva la fece accomodare.

 

 DIALETTICA

Anche questa, stringendo in nodi contorti espressioni, senza la quale nulla consegue né si oppone, all’accolta degli  dei venendo, con se recò i principi del dire, e apprestò lo scolastico assioma secondo cui il discorso consiste in ambigue espressioni... Quella donna entrò un po’ troppo pallida, ma con uno sguardo particolarmente acuto e con gli occhi vibranti in una continua mobilità; i suo capelli apparivano ondulati e increspati e intrecciati in una sinuosità che le si addiceva: essi tuttavia, lasciati scendere in alcuni gradi consequenziali, circondavano la forma dell’intero capo in modo tale che si sarebbero accorti che nulla mancava, e nulla si sarebbe trovato superfluo. Ella aveva, invero, il pallio e la veste tipica di Atene, ma in mano recava qualcosa di inaspettato e di mai sperimentato fino ad allora in tutti i ginnasi. Nella sinistra, infatti, era un serpente ravvolto in spire immense; nella destra  alcune formule, raffigurate con diligenza su tavolette di cera adornate  con bellezza multicolore, erano tenute unite all’interno da un uncino nascosto; ma  poiché la sua sinistra sotto il pallio occultava le insidie della vipera, la destra si offriva  a tutti; inoltre, di quelle formule, se qualcuno ne coglieva una, subito, catturato dall’uncino, veniva trascinato alle spire velenose del serpente, che, spuntando tuttavia fuori immediatamente, con la prima punta velenosa dei denti acuminati, affliggeva l’uomo con frequenti morsi, quindi circondandolo con molteplici giri, lo costringeva alle condizioni poste in precedenza.

 

RETORICA

Ecco che entra una donna ragguardevole, di statura molto elevata e di particolarmente grande fierezza e anche splendida di bellezza in volto, con il capo coperto da un elmo e la testa cinta di maestà regale, e nelle mani scintillavano di un certo baluginio di folgori le armi con le quali ella era solita  o difendere se stessa o ferire gli avversari…… Mentre parlava anche gli Dei  rimasero stupiti dell’eccellenza  del discorso, della sua capacità creativa, del suo eloquio ricco e fecondo. Discorreva con ordine, con bella modulazione armonica nella pronuncia, con gradevole gestualità nei movimenti e con grande profondità di concetti. Questa donna, dalla voce dorata, effondeva gemme di diademi con le sue parole, suo  compito era di parlare in modo persuasivo e convincente. Alla fine, dopo lungo discorrere, venne interrotta da Mercurio.

 

GEOMETRIA

Detto ciò, subito vedo una donna nobile, che reca nella destra un bastoncino e nell’altra una sfera solida, e avvolta da sinistra da un peplo, in cui si vedevano le grandezze e i percorsi degli astri e le misure dei circoli e le loro intersezioni e forme... lo stesso peplo, poi, rifulgeva della vivace, limpida aria primaverile, e sovente era anche preparato per l’uso di sua sorella Astronomia. Questa camminatrice instancabile indossava calzari adatti adatti a vagare per la terra e per di più logori per aver percorso interamente il mondo. Come le precedenti, Geometria ricevette l’invito dagli dei ad esporre la sua arte.

 

ARITMETICA

Entra un’altra donna di ammirevole decoro, a cui rifulgeva, nello splendore del suo volto, una particolare maestà, di nobiltà antichissima e più eccelsa perfino nei natali e dell’origine del Tonante... Aritmetica cominciò la sua esposizione descrivendo i principi  dei numeri, le loro particolarità e le operazioni. Dopo tanto parlare ella pose fine spontaneamente al suo discorso dicendo: Sarà abbastanza aver ricordato rapidamente tali numeri e misure, il rimanente sarà invece giusto affidare alle cattedre cecròpie. Se tuttavia alcun alito rimane ancora sopra i nostri altari, o sono piegati i mantelli secondo l’antico rito del culto, il tempo trascorso mi ha ammonito di chiudere la bocca ormai ai detti. Perché all’accolta degli dei superni non abbia incogliere di noi fastidio, e dal cielo stellato io, anziana Calcolatrice, non sia discacciata. 

 

ASTRONOMIA

Aveva il capo stellato e i capelli scintillanti; aveva poi ali che si increspavano in penne di vetro e le fungevano da remi per volare qui e là per l’universo, fitte d’oro. Recava in una mano la misura di un cubito, splendente; nell’altra un libro, in cui erano raffigurati gli itinerari già misurati delle divinità e i percorsi, innanzi e indietro, degli astri, preventivamente segnati, con gli stessi cardini dei poli, a mezzo di metalli dai diversi colori. Astronomia cominciò a parlare della costituzione dell’universo, dei circoli celesti, delle costellazioni, del susseguirsi del giorno e della notte, del moto dei pianeti e di tutto ciò che appare in cielo.

 

ARMONIA 

 Ed ecco risuonò una soavità mai provata di inaudita dolcezza di canto e melodie echeggianti di là di tutti i diletti del mondo riempirono l’udito degli dei estasiati. Non era infatti una modulazione semplice e prodotta dai suoni di un solo strumento, ma un’unione associata di tutte le voci strumentali diede una certa quale pienezza di piacevole concetto. Armonia incede nobile: il suo capo sonoro era adornato da scintillanti laminette d’oro; anche la veste era rigida d’oro battuto e assottigliato e tintinnava lievemente, con tutti quei dolci sonagli, ai movimenti e all’incedere regolato con misurata compostezza. E nella destra reggeva come una sorta di scudo formato da cerchi in molteplici giri ed intarsiato con mirabili tracciati. Ed esso invero, modulato nelle sue componenti reciproche, da quelle lire circolari faceva risuonare un concerto di tutti i modi  musicali. Dalla sinistra della vergine pendevano, legate a pari altezza, numerosissime riproduzioni in oro dei dilettevoli strumenti musicali...

 

PITTURA

L'ottava ancella affrescata nella sala di Mercurio non trova riscontro in Marziano Capella. Molto probabilmente il pittore che lavora a San Secondo rende omaggio alla sua arte  inserendo la Pittura tra le arti liberali.

 

 

 

 

 


 

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