UNA INTERESSANTE PUBBLICAZIONE

Le signorie dei Rossi di Parma tra XIV e XVI secolo

nota di Pier Luigi Poldi Allaj

 

Per i tipi della Firenze University Press sono stati pubblicati gli atti della giornata di studio Le signorie dei Rossi di Parma tra XIV e XVI secolo (Dipartimento di Scienze della Storia  e della Documentazione Storica, Università di Milano - 28 settembre 2004) con le relazioni di Gabriele Nori (Archivio di Stato di Parma), Nei ripostigli delle scanzie. L’archivio dei Rossi di  San Secondo; Marco Gentile (Università di Milano), Verso il piccolo stato. Il dominio dei Rossi fra XIV e XV secolo; Giorgio Chittolini (Università di Milano), Lo stato Rossi nei primi anni di Pietro Maria; Nadia Covini (Università di Milano), Pietro Maria Rossi condottiero; Letizia Arcangeli (Università di Milano), I Rossi alla riconquista dello stato: condotte, parentele, fazioni, uomini; Giuseppa Zanichelli (Università di Parma), La committenza dei Rossi: immagini di  potere tra sacro e profano; Antonia Benvenuti (Università di Pavia), Libri e letterati nelle piccole corti padane. La corte di Pietro Maria Rossi; Gabriella Zarri (Università di Firenze), Ancora sulla religione dei principi. I Rossi e le piccole signorie nel Quattrocento. Qualche comparazione; Francesco Somaini (Università di Lecce), Una storia spezzata: la carriera ecclesiastica di Bernardo Rossi tra il piccolo stato e le corti di Milano e Roma.

La scheda del volume (330 pagine, euro 22,40) è raggiungibile all’URL http://www.fupress.com/scheda.asp?idv=1730, da cui ci si può reindirizzare, per la sola lettura (no stampa o copiatura) online gratuita, a http://digital.casalini.it/editori/default.asp?codice_opera=08600651&progressivo=0001&tipologia=M#.

L’opera presenta i necessari aggiustamenti e ripensamenti rispetto alle relazioni illustrate a voce nel 2004 e, purtroppo, si manifesta orfana del contributo del prof. Chittolini.

Per quanto attiene ad un giudizio critico, naturalmente soggettivo e non scevro da personale diffidenza, la pubblicazione, rispetto al convegno di cui fummo fedeli testimoni, rispecchia in maniera più adeguata (in particolare l’ampio contributo di Letizia Arcangeli) il periodo che si diceva di voler prendere in esame, dal XIV al XVI secolo: allora ci si era limitati ad una vera e propria apologia del magnifico Pier Maria (sec. XV), relegando gli omonimi del Cinquecento, come ancora qua e là traspare per i figli di Troilo I e Troilo II, rispettivamente nonno e nipote entrambi a nome Pietro Maria, a mere comparse, addirittura sovrapposte. Per esempio, dopo essersi, infatti, enunciato che Troilo “istituisce nel suo testamento (1521) la primogenitura” e, nel paragrafo successivo (cinque righe dopo), che “a Troilo succede il figlio Pietro Maria”, la cui moglie era Camilla Gonzaga, senza ulteriori preamboli, immediatamente a seguire, tout court si afferma che “nel 1593 Isabella Simonetta, moglie di Pietro Maria Rossi […] fa redigere […] un inventario” (p. 16-17). Che dire, poi, di quel “titolo di marchese, concesso dal re di Francia, [che] non è più utilizzato in periodo pontificio” (p. 298, n. 309)? Derivato e conclamato solo da una copia settecentesca dell’originale cinquecentesco… Mica per caso potrebbe essere apocrifa, quella copia? Perchè neppure nei “registri francesi”, quando Pier Maria, nel 1542, viene fatto “cavaliere del re”, si parla di “marchese”, ma soltanto di “conte”: “Pierre Marie Rosso, comte de Saint Second, général de l'infanterie italienne, obtint du roi Fançois I une pension de 6000 livres tournois et mourut en 1548. On lui trouve la qualité de chevalier de l'ordre du roy dans plusieurs quittances qu'il donna au trésorier de l'Epargne les 23 03 1542 (1543 nouveau calendrier), 15 12 1543, 17 et 20 12 1544 et 16 02 1545 (1546 nouveau calendrier). Il avait été admis dans l'ordre sous le règne de François I. On ignore sa filiation et ses armes” (RECUEIL HISTORIQUE DES CHEVALIERS DE L'ORDRE DE SAINT MICHEL 1469-1560 di Jean François Louis d'Hozier, 1787 - Edizioni Michel Popoff, 1998).

La pubblicazione, curata da Letizia Arcangeli (veramente importante il restayling della sua relazione!) e Marco Gentile, resta in ogni caso un’opera fondamentale da consultare e da studiare per i numerosi spunti di riflessione proposti per meglio comprendere vicende e personaggi che mai abbastanza e con scientificità sono stati indagati, pur nei limiti di una reale innovazione, ancora troppo ancorati ai “soliti” stereotipi ed alla “solita” storiografia.

 

 

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19/10/09