04/10/2009

 

cinema, l'anteprima

Barbarossa, imperatore sconfitto
 

 

Martinelli: nel mio film racconto come pochi italiani cacciarono lo straniero nel 1176. Umberto Bossi appare nel film in un cameo. A vestire i panni di Federico I Hohenstaufen c'è Rutger Hauer e a Raz Degan spetta il ruolo dell'eroe lombardo Alberto da Giussano.

 

Una scena del film Un'anteprima che ha il sapore di un evento politico ha scaldato la platea del Castello Sforzesco di Milano per la proiezione di «Barbarossa» di Renzo Martinelli (da lui prodotto con la Rai) e dal 9 ottobre nei cinema. Alla proiezione, oltre al sindaco Letizia Moratti, c'erano - tra gli altri - il premier Silvio Berlusconi, il ministro Giulio Tremonti, i vertici della Lega e il suo segretario Umberto Bossi, che appare anche nel film in un cameo. Mentre a vestire i panni di Federico I Hohenstaufen, detto Barbarossa, c'è Rutger Hauer e a Raz Degan spetta il ruolo dell'eroe lombardo Alberto da Giussano che con la Lega Lombarda sconfisse Barbarossa a Legnano il 29 maggio 1176, infrangendo il suo sogno di diventare Imperator Mundi.

 
Martinelli, molti dicono che con questo film abbia voluto fare un omaggio alla Lega.
«Non sono al servizio di nessuno. Mi interessava fare un film storico su un eroe che è stato rimosso. Se poi le mie opere vengono strumentalizzate non è colpa mia. Io avevo invitato anche tanti esponenti della sinistra ma non sono venuti».


Cosa le ha detto Silvio Berlusconi del film?
«Gli è piaciuto molto e quando ha saputo quanto era costato (meno di 30 milioni di euro) si è meravigliato. Forse, gli sembrava un buon budget, magari rispetto a "Baarìa", visto che ho utilizzato molti effetti speciali, più di 12 mila comparse, 4.500 cavalli e 4 anni di lavorazione. E tra un anno la versione più lunga sarà trasmessa a puntate su Raiuno».


Cosa l'ha spinta a realizzare questo kolossal?
 «Sono molto orgoglioso di aver realizzato un film sulla mia gente. Non l'avevo mai fatto, sono brianzolo e finora avevo ambientato diverse mie pellicole in Friuli. "Libertà" era lo slogan con cui la Lega Lombarda sconfisse Barbarossa a Legnano, anche grazie alla strenua resistenza della Compagnia della Morte, raccolta intorno al Carroccio».

 
Lei ha tre lauree (in lingue e letteratura straniere, scienze della comunicazione e scienze politiche con indirizzo storico): la sua cultura è una garanzia per la fedeltà storica del film?
«Sono sempre alla ricerca della verità perché l'ignoranza del presente nasce dall'incomprensione del passato. Barbarossa sognava di ricreare il grande impero che fu di Carlo Magno, unire la Germania alla Sicilia. Ma venne fermato da un gruppo di Comuni italiani del Nord che formarono una Lega e questo è un evento storico incredibile. Lo storico milanese Federico Rossi di Marignano ha trovato negli archivi comunali tracce di quei carri sui quali i lombardi riuscirono a colpire i cavalieri di Barbarossa cacciando lo straniero».


Prossimi progetti?
«Un film sull'11 settembre 1683 quando Vienna fu occupata dalle cannonate di Mustafà e il sacerdote Marco da Aviano, con l'esiguo esercito della Lega Santa, fermò le truppe musulmane in Europa».

 

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la polemica

Barbarossa e le bugie di Martinelli
 

 

Lo storico Franco Cardini interviene sull'intervista di Renzo Martinelli a Il Tempo: "Le sue dichiarazioni storiche sul Barbarossa sono un cumulo di menzogne".

 

Una scena del film Il Tempo di ieri ha pubblicato l'intervista di Dina D'Isa al regista Renzo Martinelli sul film Barbarossa, da lui prodotto con la Rai (quindi anche con danaro pubblico). Al riguardo, Martinelli ha dichiarato: «Sono sempre alla ricerca della verità perché l'ignoranza del presente nasce dall'incomprensione del passato.


Barbarossa sognava di ricreare il grande impero che fu di Carlomagno, unire la Germania alla Sicilia, Ma venne fermato da un gruppo di Comuni italiani del Nord…», i quali avrebbero cacciato "lo straniero". Il regista ha poi rilevato che uno storico avrebbe trovato "negli archivi comunali" (quali?) le tracce dei carri da guerra dei lombardi.


Escludo che si tratti di reperti archeologici, che non si trovano negli archivi. Allude a nuovi documenti? Quali? Sarebbe questo il suo modo di combattere "l'ignoranza del presente" e "l'incomprensione del passato"? Martinelli dichiara di avere tre lauree: se non le ha comprate al mercato nero, egli è quindi il primo a sapere che le sue dichiarazioni "storiche" sul Barbarossa sono un cumulo ridicolo di menzogne e di sciocchezze, che nella migliore delle ipotesi riciclano vecchi cliché pseudostorici risorgimentali associandoli a banale propaganda leghista.


Federico I fu il protagonista di una nuova e gigantesca concezione: rifondare l'impero romano-germanico di radice ottoniana (Carlo Magno non c'entra) alla luce della riscoperta del diritto romano giustinianeo, ripervenuto in Occidente da Bisanzio. Egli fu in tal modo uno degli iniziatori della cultura universitaria moderna (fondò l'Università di Bologna) e della cultura scolastica. Alcuni comuni norditalici gli si opposero, pur sempre dichiarando di volersi mantenere fedeli all'impero, rivendicando vecchi privilegi territoriali e fiscali (queste erano le libertates) che essi avevano acquistato o usurpato ai precedenti imperatori.


L'imperatore, che in Germania aveva favorito lo sviluppo dei poteri locali fondando così il federalismo tedesco, in Italia intendeva rientrar in possesso dei diritti e delle prerogative sovrane, usurpate soprattutto da Milano (che aveva a lungo oppresso anche i Comuni vicini). Dopo la battaglia di Legnano, perduta nel 1176, Federico seppe appieno recuperare autorità e prestigio grazie alla sua abilità politica e diplomatica, pacificandosi col papa Alessandro III e con i Comuni lombardi, cui accordò certo alcuni privilegi ma che accettarono dal canto loro pienamente la sua sovranità, che in quanto tale non avevano peraltro mai messo in discussione (altro che cacciare lo "straniero"!...).


Quanto al regno normanno di Sicilia, Federico voleva collegarlo alla sua dinastia attraverso il matrimonio tra suo figlio Enrico e l'ereditiera di quella corona, Costanza d'Altavilla (il che avvenne): ma non pensò mai lontanamente ad annetterlo all'impero. Martinelli annunzia di star preparando un nuovo film storico, dedicato stavolta all'assedio turco di Vienna del 1683. Come insegnante nell'università statale e come cultore di storia, mi auguro che egli non sperperi di nuovo il pubblico danaro con altri insulti alla verità storica.

 


 

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Franco Cardini

05/10/2009

 

 

IL TEMPO - 5-10-2009
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