Martinelli: nel mio film racconto come pochi italiani cacciarono lo straniero nel 1176. Umberto Bossi appare nel film in un cameo. A vestire i panni di Federico I Hohenstaufen c'è Rutger Hauer e a Raz Degan spetta il ruolo dell'eroe lombardo Alberto da Giussano.
Martinelli, molti dicono che con questo film
abbia voluto fare un omaggio alla Lega.
«Non sono al servizio di nessuno. Mi interessava fare un
film storico su un eroe che è stato rimosso. Se poi le
mie opere vengono strumentalizzate non è colpa mia. Io
avevo invitato anche tanti esponenti della sinistra ma
non sono venuti».
Cosa le ha detto Silvio Berlusconi del film?
«Gli è piaciuto molto e quando ha saputo quanto era
costato (meno di 30 milioni di euro) si è meravigliato.
Forse, gli sembrava un buon budget, magari rispetto a "Baarìa",
visto che ho utilizzato molti effetti speciali, più di
12 mila comparse, 4.500 cavalli e 4 anni di lavorazione.
E tra un anno la versione più lunga sarà trasmessa a
puntate su Raiuno».
Cosa l'ha spinta a realizzare questo kolossal?
«Sono molto orgoglioso di aver realizzato un
film sulla mia gente. Non l'avevo mai fatto, sono
brianzolo e finora avevo ambientato diverse mie
pellicole in Friuli. "Libertà" era lo slogan con cui la
Lega Lombarda sconfisse Barbarossa a Legnano, anche
grazie alla strenua resistenza della Compagnia della
Morte, raccolta intorno al Carroccio».
Lei ha tre lauree (in lingue e letteratura
straniere, scienze della comunicazione e scienze
politiche con indirizzo storico): la sua cultura è una
garanzia per la fedeltà storica del film?
«Sono sempre alla ricerca della verità perché
l'ignoranza del presente nasce dall'incomprensione del
passato. Barbarossa sognava di ricreare il grande impero
che fu di Carlo Magno, unire la Germania alla Sicilia.
Ma venne fermato da un gruppo di Comuni italiani del
Nord che formarono una Lega e questo è un evento storico
incredibile. Lo storico milanese Federico Rossi di
Marignano ha trovato negli archivi comunali tracce di
quei carri sui quali i lombardi riuscirono a colpire i
cavalieri di Barbarossa cacciando lo straniero».
Prossimi progetti?
«Un film sull'11 settembre 1683 quando Vienna fu
occupata dalle cannonate di Mustafà e il sacerdote Marco
da Aviano, con l'esiguo esercito della Lega Santa, fermò
le truppe musulmane in Europa».
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Lo storico Franco Cardini interviene sull'intervista di Renzo Martinelli a Il Tempo: "Le sue dichiarazioni storiche sul Barbarossa sono un cumulo di menzogne".
Barbarossa sognava di ricreare il grande impero che fu
di Carlomagno, unire la Germania alla Sicilia, Ma venne
fermato da un gruppo di Comuni italiani del Nord…», i
quali avrebbero cacciato "lo straniero". Il regista ha
poi rilevato che uno storico avrebbe trovato "negli
archivi comunali" (quali?) le tracce dei carri da guerra
dei lombardi.
Escludo che si tratti di reperti archeologici, che non
si trovano negli archivi. Allude a nuovi documenti?
Quali? Sarebbe questo il suo modo di combattere
"l'ignoranza del presente" e "l'incomprensione del
passato"? Martinelli dichiara di avere tre lauree: se
non le ha comprate al mercato nero, egli è quindi il
primo a sapere che le sue dichiarazioni "storiche" sul
Barbarossa sono un cumulo ridicolo di menzogne e di
sciocchezze, che nella migliore delle ipotesi riciclano
vecchi cliché pseudostorici risorgimentali associandoli
a banale propaganda leghista.
Federico I fu il protagonista di una nuova e gigantesca
concezione: rifondare l'impero romano-germanico di
radice ottoniana (Carlo Magno non c'entra) alla luce
della riscoperta del diritto romano giustinianeo,
ripervenuto in Occidente da Bisanzio. Egli fu in tal
modo uno degli iniziatori della cultura universitaria
moderna (fondò l'Università di Bologna) e della cultura
scolastica. Alcuni comuni norditalici gli si opposero,
pur sempre dichiarando di volersi mantenere fedeli
all'impero, rivendicando vecchi privilegi territoriali e
fiscali (queste erano le libertates) che essi avevano
acquistato o usurpato ai precedenti imperatori.
L'imperatore, che in Germania aveva favorito lo sviluppo
dei poteri locali fondando così il federalismo tedesco,
in Italia intendeva rientrar in possesso dei diritti e
delle prerogative sovrane, usurpate soprattutto da
Milano (che aveva a lungo oppresso anche i Comuni
vicini). Dopo la battaglia di Legnano, perduta nel 1176,
Federico seppe appieno recuperare autorità e prestigio
grazie alla sua abilità politica e diplomatica,
pacificandosi col papa Alessandro III e con i Comuni
lombardi, cui accordò certo alcuni privilegi ma che
accettarono dal canto loro pienamente la sua sovranità,
che in quanto tale non avevano peraltro mai messo in
discussione (altro che cacciare lo "straniero"!...).
Quanto al regno normanno di Sicilia, Federico voleva
collegarlo alla sua dinastia attraverso il matrimonio
tra suo figlio Enrico e l'ereditiera di quella corona,
Costanza d'Altavilla (il che avvenne): ma non pensò mai
lontanamente ad annetterlo all'impero. Martinelli
annunzia di star preparando un nuovo film storico,
dedicato stavolta all'assedio turco di Vienna del 1683.
Come insegnante nell'università statale e come cultore
di storia, mi auguro che egli non sperperi di nuovo il
pubblico danaro con altri insulti alla verità storica.
Franco Cardini
05/10/2009
IL TEMPO - 5-10-2009
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