Il "gran diavolo"

di Diego Borettini

 Giovanni delle Bande Nere
 visto da Tiziano Marcheselli
 (1996)

Anno di grazia 1522, Bianca Riario, figlia primogenita di Girolamo Riario e Caterina Sforza, Signori di Imola e Forlì, pronipote di Papa Sisto IV, piange la morte del consorte Troilo I Rossi, conte e marchese di San Secondo. 

Troilo lascia in ancor giovane età numerosi figli e tutti alla morte del padre sono minorenni. Bianca e i suoi figliuoli sono in quel tempo messi in gravi difficoltà da Bernardo Rossi, loro parente, vescovo di Treviso, e da Filippo Maria Rossi di Corniglio, che muovono le loro truppe verso San Secondo, per togliere le terre e le castella, approfittando del momento di precarietà politica della Contessa.

 Queste particolari insidie in un primo tempo ricevono l’avvallo persino dal Pontefice Leone X ( un Medici ), ma vengono prontamente rintuzzate nientemeno che da un altro Medici, il figlio più piccolo di Caterina Sforza, Ludovico di Giovanni di Pierfrancesco dé Medici, cioè Giovanni delle Bande Nere, fratellastro di Bianca. 

Proprio un figlio della contessa, Giangirolamo, che ne sarà il primo biografo, scriverà qualche anno più tardi di lui e di quell’impresa : "Il signor Giovanni pigliò tutte le castella di lei in suo potere e le difese, dicendo che a lui toccava quella impresa così giusta, e entrando egli di persona in San Secondo, luogo forte e di buona entrata. Girolamo Corso gli disse : 'Signore, tu sei povero, chè non tieni questi luoghi per te?'. Al che egli rispose che mai più non gli parlasse di così fatte cose per quanto aveva cara la vita, per ciò che stimava più la sorella cò i suoi nipoti che stati erano al mondo, sapendo che dè simili e dè maggiori non gli potevano vivendo mancare". 

L’astro di Giovanni delle Bande Nere brillò per breve tempo, ma con magno fulgore. Così ama ricordarlo l’amico suo Arnaldo Scaramuzza, poeta sansecondino:

"…e più invincibile della morte

arriva Giovanni delle Bande Nere

Aveva solo da alzare il braccio

e il lutto dava fuoco al gesto

che metteva in disparte

i nemici e la vita… "

Semper.

 


 

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