LETTERE - Libro II - 182

Annibal Caro, nato nel 1507 e morto nel 1566, è uno dei più interessanti letterati del Cinquecento. Collaboratore del Gaddi e del Guidiccioni, lo troviano al servizio dei Farnese, Pier Luigi  ed il cardinale Alessandro. Tra le sue opere merita un cenno, anche se pubblicata postuma, una interessante traduzione dell'Eneide. Circa l'esatta datazione della lettera, l'Erspamer indica mercoledì 31 marzo; potrebbe invece trattarsi del giorno precedente martedì 30 marzo, considerandosi la domenica il primo giorno di Pasqua.

 

A messer Annibal Caro

Da che la dolce vivezza di quello spirito piacevole con cui, o figliuolo, respirano le dotte e lodate vostre composizioni mi ha fatto sincero amico del nome che avete saputo procacciarvi, debbo in ogni occorrenza venire a voi con la dimestichezza che io desidero che veniate a me, caso che vi fusse a proposito il prevalervi del mio esser poco men che nulla, se ben paio qualcosa. E acciò crediate che io tenga animo di servirvi, ecco che vi chieggo in servigio la spedizione del magnifico Vittor Soranzo; e quel più di solicitudine e di favore che si usarà e fara inverso la sua causa, vada a conto de lìabbligo ch'io vi voglio avere ne l'ottener di ciò. Intanto vostra signoria si degni far riverenza a monsignor presidente in mia vece, con dire a la bontà di lui che io dubito, per la risposta che de la lettrea mandatale non ho ricevuto, che la richiesta fattale non sia stata in tutto fuor de l'onestà che si conviene. 

Di Vinezia, il terzo giorno di Pasqua 1540.

Pietro Aretino

 

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