IL CONTE DI SAN SECONDO A PIETRO ARETINO

- Lettere scritte a Pietro Aretino -
- Libro I -

 

Di seguito sono riportate le cinque lettere scritte dal Conte di San Secondo Pier Maria de' Rossi e raccolte nell'epistolario in sequenza, dalla n. 340 alla 344. Una ulteriore conferma degli ottimi rapporti che intercorrevano tra il "parmense" ed il "veneziano", testimoniata da consigli, raccomandazioni, ringraziamenti, offerte di doni, di solito in natura, a parte 20 scudi d'oro. Evidentemente i prodotti tipici della nostra terra deliziavano la tavola dell'arcigno Pietro che non disdegnava, in particolare, formaggio, vino e funghi.

 

 

340

Al Magnifico e virtuoso Signor Pietro Aretino.

 

Magnifico e virtuoso Signor, avendo ricevuto la vostra lettera tutta piena d'amor e cortesia verso di me, non vi dirò quanto mi sia stata grata, essendo voi quella persona che prima ch'ora possete esser informato dell'animo mio quanto nissuna altra; vi ringrazio ben quanto merita un sí amorevole testimonio ch'avete dato all'oppinione che sempre ho avuto della singulare bontà vostra, cosí de li molti offizii fatti e che vi offerite fare a onor mio, come per lettre di M. Ieronimo Garimberto ho inteso, il che se ben mi è stato caro, non mi è però stato nuovo, essendomi promesso questo e piú della virtú vostra; e per incontro vi dico ch'io sono quel vostro che per altri tempi mi possete aver conosciuto, perché oltra ch'io vi dono per la memoria di chi piú non c'è, vi sono anche tenuto per l'affezzione che mi portate, e per le dote che vi dié la natura per obligarvi ogniuno. Duolmi sol che in me non sia tanta autorità e poter, quanto è sommo desiderio di farvi servigio, perché all'ora sperarei sentir tanta consolazione dal canto mio, quanto voi satisfazzione de l'opera mia verso voi. Pur tal qual ci si sia desidero ve ne serviate, se volete me confermi nell'opinione ch'io ho che m'abbiate nel numero de' vostri, e del conseglio che mi date ve ne rendo grazie infinite, con animo di esequirlo secondo l'occasione, e a Vostra Signoria mi raccomando. Di San Secondo, a li xviii. Aprile. mdxxxvii.

Al servizio di Vostra Signoria,                       

El Conte de San Secondo.

 

 

341

Al molto Magnifico e Divino Signor Pietro Aretino.

 

Molto Magnifico e Divino Signore Pietro, non accadea mi ringraziaste de cosí minima cosa come delle maniche e calze, essendo io tutto; e la poca robba che ho, al servizio vostro; e in vero se il Garimberto me avesse scritto volerle per voi, anco che abbi fatto venire l'ebreo qui con molte, e procurato sciegliere le piú belle, vi avrei posto piú cura: mi piace siate involto ne i lacci d'amore, e in vero questo è l'ultimo pensiero de tutti li spirti gentili, de tutte le professioni, cosí delle let­tre, corno delle arme. Sí che non v'incresca questa dolce pregione, e anch'io in questa villa ne provo la parte mia. Al Signor Cosmo e alla Signora Maria scriverò di quello megliore modo saperò a beneficio vostro, e se l'officio non si farà se non per lettre, per aver il Signore Alessandro la somma di tutta la cosa ne le mani, non ha bisogno de compagnia, e forsi non li piace, vi prego avermi escusato, voglio bene che siate certo che quello officio si potrà con lettre fare, che lo farò, e della risposta ve ne darò aviso. Non altro; resto per sempre vostro. Di San Secondo a li xviii di Maggio. mdxxxvii.

Al servizio vostro sempre,                              

El Conte de San Secondo.

 

 

 

342

Al molto Magnifico Signor Pietro Aretino da fratello carissimo.

 

Molto Magnifico Signor, s'il grido che ha divulgato (come diceti nella vostra m'aveti scritto) ch'io sia condotto dal Re Cristianissimo, fosse vero, voglio sappiate che saresti stato degli primi ad averne notizia da me, perché siete delli cari amici ch'io m'abbi, e tanto piú che siamo ambidua alievi della felice memoria del Signor Giovanni. Non vi niego già che non ci sian stati degli ragionamenti e pratiche sopra tal materia, ma sin a quest'ora non v'è conclusione, ché la fortuna e il mondo non sono ancora ben sazii di travagliarmi. Se accaderà che se resolva cosa alcuna, state sicuro che lo sapreti da me, e con parole, e fatti, che a tale m'obliga l'amicizia è tra noi, e la virtú vostra, e cosí me vi offerisco, ove conoscerò sempre potervi fare servizio, di farlo tanto volentieri quanto a mal si voglia altro mio caro amico, e con questo facendo fine, me vi raccomando con tutto l'animo. Di Mantua il ii. di Novembre. mdxxxx.

Tutto al servizio vostro,                                  

El Conte de San Secondo.

 

 

 

343

Al Magnifico M. Pietro Aretino, amico onorando.

 

Magnifico M. Pietro, M. Benedetto Agnello li darà in nome mio scudi vinti d'oro; la Signoria vostra sarà contenta acettarli e goderli per l'amor mio, e se son puochi m'abbia per scusato, perché ho tanta spesa al presente alle spalle che mi consumo. Quella se ricorda che son suo e che sempre dove potrò farli piacere e servizio me troverà prontissimo, e me li raccomando. Di San Secondo a li viii. d'Aprile nel xliiii.

Al comando di Vostra Signoria,                     

El Conte de San Secondo.

 

 

 

344

Al molto Magnifico Signor Pietro Aretino amico e come fratello Carissimo.

 

Molto Magnifico Signor Pietro, amico e come fratello carissimo, so che vostra Signoria ha avuto un puoco di colera meco, secondo la relazione hammi fatta il mio Secretario, dal quale la deve anco avere inteso li rispetti che m'invittorno al silenzio per causa dil non averle datto particolare raguaglio della partenza mia di costà. Ma da l'altro canto sono certissimo che sapendo vostra Signoria quanto debba l'uomo stare avertito in simile cose, e come persona che antivede meglio di me l'importanza della cosa, pagandosi della raggione che in questo caso deve essere preposta all'affezzione, mi averà per iscusato, come la prego che mi voglia avere, tenendo per fermo ch'io sono e sarò sempre tutto suo, desideroso di farle piacere, come la ne sarà certificata per gli effetti, quando occorrerà; e per tale le piacerà avermi. Io non mi scordo già la promessa fattale del vino, fonghi, e altre cose; quale se li mandarano per la prima barca che partirà di Casalmaggiore. Né le dirò altro per ora, eccetto di nuovo raccordarle ch'io sono tutto suo. Caso che non si potessi mandare il vino a vostra Signoria, ne incolpi questa stagione, percioché restarò per non avere trovato li vini, come averebbe voluto, parendomi non avere avuto da qualche anni in qua li piú cattivi; e quelli ch'erano alquanto buoni sono stati bevuti nella visita fatta in questo luoco per il Duca nostro, quale avea trecento cavalli seco; ma perché vostra Signoria non perda, io le mandarò in contracambio una forma di formaggio de piú; ove le piacerà acettare il mio buono animo, e in sua buona grazia me raccomando. Di San Secondo il xxi. di Novembre. mdxlvi.

Servitor de Vostra Signoria,                           

El Conte de San Secondo.

 

 

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